Per una Primavera di Pace. Quando si parla di “conflitto”

Proseguiamo con la serie di incontri con Gianmarco Pisa, membro dell'Istituto Italiano di Ricerca per la Pace - Corpi Civili di Pace e ragioniamo sulle parole guerra e conflitto. Sono 50 oggi le guerre in corso sul pianeta. Possiamo chiamarle conflitti? ()
conflitti nel mondo febbraio 2024
Di cosa si parla quando si parla di conflitto? Si tratta di un termine fin troppo corrente, la cui vastità rischia, proprio per questo, di non esprimere appropriatamente l’entità dei fenomeni a cui si riferisce, degli eventi che intende descrivere.
È, quello in corso a Gaza, un “conflitto”, o magari la fase attuale del “conflitto israelo-palestinese”?
E perché usare lo stesso termine, “conflitto”, per descrivere situazioni completamente diverse, dai conflitti di coppia ai conflitti sociali, tanto per indicare due tra gli esempi più frequenti?
È un’ambiguità, troppo spesso intenzionale, che non nasce dalla parola in sé, ma dall’uso che se ne fa.

A Gaza oggi, come in Siria, in Libia, nello Yemen, come tempo addietro nei Balcani, come oggi in Ucraina e in tante situazioni in giro per il mondo, c’è la guerra: conflitti che si svolgono, in forma armata, tra soggetti organizzati, tipicamente entità, istituzioni, Stati.
Che questa sia una vera e propria, drammatica, “cifra” del nostro tempo, lo dimostrano i dati dell’ACLED, secondo i quali sono 50 le guerre in corso sul pianeta, nei cinque continenti.

Ecco perché non si può parlare di un generico “conflitto israelo-palestinese”: non vi è equivalenza tra le forze in campo e, oltre al ricorso alla violenza armata, non si può nascondere il fatto che vi sia uno Stato occupante (Israele) e un popolo sotto occupazione (i palestinesi).

Conflitto è altra cosa: è la situazione di incompatibilità tra due o più soggetti derivante dall’esistenza di ragioni, interessi, bisogni, obiettivi e finalità contrastanti. Quindi è una condizione normale della vita sociale: è una dinamica di interazione che può sorgere nel momento stesso in cui si svolge tale interazione, legata alle differenze che naturalmente esistono tra le persone, i gruppi, le comunità.

Come si dice nella ricerca per la pace, dunque: la questione non è tanto il conflitto in sé, ma la modalità con cui si decide, si sceglie, di gestirlo e, possibilmente, di trasformarlo.
Una crisi è sempre, al tempo stesso, un pericolo e un’opportunità.

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