Per una primavera di pace. Le parole sono importanti

Che cosa è la pace, come ci si arriva? Come si costruisce una vera cultura di pace? Con questa nuova rubrica vogliamo proseguire il discorso cominciato con le tre interessanti conversazioni online recentemente promosse da z3xmi, con Gianmarco Pisa, membro dell’Istituto Italiano di Ricerca per la Pace - Corpi Civili di Pace. ()
parole pace
È un momento in cui le parole hanno un peso particolare, un momento in cui sulle parole, e sul loro uso, si svolge una parte significativa della contesa politica, della “battaglia delle idee”.
Non è difficile imbattersi in casi in cui le parole sono, letteralmente, distorte, manipolate, piegate all’uso dettato dalla convenienza politica del momento. Non meno rari sono i casi in cui, attraverso le parole, si imbastiscono le architetture di vere e proprie “propagande di guerra”. I casi non mancano, nella storia e nell’attualità.

L’aggressione alla Jugoslavia del 1999, che fu avviata al di fuori e contro il diritto internazionale e che si risolse nello smembramento di un Paese membro delle Nazioni Unite, fu presentata come una «guerra umanitaria»: violare il diritto per ristabilire il diritto, mortificare i diritti per difendere i diritti, insomma, il più clamoroso degli ossimori, un artificio retorico per legittimare la guerra.

La guerra di Israele contro Gaza, avviata nell’ottobre 2023, è stata presentata come una risposta alle azioni di Hamas del 7 ottobre, con l’obiettivo di sconfiggere Hamas e prevenire nuovi attacchi contro Israele, ma si sta risolvendo in un massacro di vasta portata, un vero e proprio genocidio.

Anche qui, si avverte il peso delle parole, usate come strumento di guerra: secondo quanto riferito dalla stampa, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che Israele sta combattendo «animali umani»; il vicepresidente della Knesset, Nissim Vaturi, ha scritto su Twitter che l’obiettivo è «cancellare Gaza» dalla faccia della terra.

E tuttavia, come le parole alimentano la guerra, così possono alimentare la speranza della pace, anzitutto associando correttamente, con precisione e appropriatezza, i termini alle cose, trovando «le giuste parole per dire le cose». A partire proprio dal riconoscimento e dall’affermazione dell’umanità di tutte le parti, e dalle ragioni dei diritti umani («tutti i diritti umani per tutti e per tutte») e della giustizia.
Appunto: pace con diritti e giustizia sociale.

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