La zona d’interesse

La rigorosa regia di Jonathan Glazer restituisce in tutta la sua agghiacciante ferocia la banalità del male. ()
Zona Interesse immagine
La linda villetta con ampio giardino, serra e piccola piscina ospita la felice famigliola di Rudolf Höss. Una moglie, cinque figli e una schiera di donne di servizio completano e tutelano la tranquilla quotidianità domestica.
Uno scenario persino banale se non fosse che Höss è il comandante del campo di concentramento di Auschwitz e che la casetta sia collocata a ridosso del campo stesso.
I ragazzini vanno a scuola, fanno il bagno nel fiume, giocano con i soldatini e denti d’oro.
La madre riceve le vicine di casa, organizza piccole feste, si compiace del suo ruolo di matrona indossando abiti e pellicce appartenuti a qualche donna ebrea.
Tutto perfettamente nella norma della normalità del male.

Ispirato a un romanzo di Martin Amis, “La zona d’interesse” è un’agghiacciante analisi di un mondo di estrema violenza che viene mascherato e travisato dalla rimozione e dalla negazione.
Rudolf Höss è una sorta di impiegato contabile la cui sola preoccupazione è quella di programmare meticolosamente lo sterminio degli ospiti del campo di concentramento, mentre la signora Höss è assolutamente impegnata nel difendere il suo ruolo di privilegio senza alcuna moralità o ripensamento. Tutta la famiglia sembra vivere nell’indifferenza di un mondo a parte dove la realtà è mistificata dalla ipocrisia e dal perbenismo, senza essere minimamente scalfita dalle urla, dagli spari e dal fumo che esce incessantemente dai camini del campo.

L’unico sussulto di dignità lo manifesta la madre di lei che, in visita alla famiglia della figlia, coglie l’orrore che la circonda e fugge senza neppure salutare.
L’intensa regia di Jonathan Glazer propone, come doverosa riflessione, momenti di solo audio con adeguata musica angosciante, oltre ad alcune splendide immagini in negativo in cui nottetempo una ragazzina polacca distribuisce alcuni frutti dove di giorno lavorano gli internati.
Curioso poi che da una radio accesa nel salotto buono di casa si apprenda il risultato di una partita amichevole di calcio tra Italia e Spagna che effettivamente si giocò a Milano nello stadio di San Siro il 19 aprile 1942. (Italia-Spagna 4-0).

Film rigoroso, documentato, impietoso, “La zona d’interesse” propone una riflessione alla quale è difficile sottrarsi proprio perché ancora oggi la normalità del male di ciò che accade nel nostro mondo è spesso accolta con la stessa indifferenza di allora.
Candidato all’Oscar nella categoria “miglior film in lingua straniera” si avvale della convincente interpretazione di Christian Friedel (Rudolf Höss) e di Sandra Hüller (Hedwig Höss), già apprezzata interprete di “Anatomia di una caduta”.
“Meditate che questo è stato”.



In programmazione all’Arcobaleno Film Center e al cinema Plinius

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