Mai dare nulla per scontato

Le cose cambiano, ci dicono i ragazzi, e cambia il modo di guardarle. "Un giorno, mentre ero sul treno per Treviglio..." ()
solitudine
Questa pandemia ha portato forti cambiamenti a tutti, molti dei quali magari sono stati vissuti male da tante persone. Avendo vissuto la mia realtà, non mi ero reso veramente conto, almeno con una prova concreta, del fatto che ci sono anche molte persone davvero in difficoltà in questo momento.
Qualche giorno prima di Natale, però, mentre ero sul treno per Treviglio, mi sono seduto di fianco a un signore, probabilmente padre di un bambino o di una bambina, che faceva un colloquio con gli insegnanti con la piattaforma Meeting, ma non capendo bene l’italiano e non avendo la disponibilità di un buon dispositivo, faceva molta difficoltà anche solo nel riuscire a rapportarsi con l’insegnante.
Anche se può sembrare una sciocchezza, questo fa capire quante persone ci sono che magari hanno avuto diversi problemi anche soltanto per il fatto che la scuola non potesse assistere i genitori di queste famiglie in modo diretto, ma dovesse limitarsi a stare dietro uno schermo.
Sono dell’idea, anche se può sembrare una minima cosa, che bisogna non dare per scontato che tutti abbiamo gli stessi problemi e provare ad aprire un po’ gli occhi su quello che c’è intorno.

Anche se solo per un giorno, la neve che è scesa a Milano in quei giorni che nessuno calcola mai tra il Natale e il Capodanno, è riuscita a dare un pizzico di felicità e spensieratezza in questi tempi duri e difficili, come un velo che maschera i problemi.

Elvis Milo Federico (3E, indirizzo Multimediale)


Penso che il lockdown abbia cambiato il modo di vivere delle persone cambiando le loro vite quotidiane e la loro routine giornaliera, trasformandola in una reclusione che ha portato risvolti negativi, ad esempio la privazione del contatto dei familiari e la libertà di uscire, ma anche positivi, come rafforzare il legame del nucleo familiare e l’accrescimento delle capacità tecnologiche di ognuno di noi.
Giorgia Bianchi (3A, indirizzo Architettura e ambiente)



Del Covid 19 mi ha colpito il fatto di vedere il mondo che si stava fermando e svegliarmi una mattina sentendo in tv e alla radio che c’era questo virus che colpiva indifferentemente tutte le persone, dall’Asia, all’Europa, all’America, all’Africa e persino all’Australia.
Sentire l’ambulanza o la protezione civile giorno e notte, dover indossare la mascherina e non poter uscire o incontrarsi con i propri amici, non poter andare a scuola, specialmente durante il primo lockdown, generava ansia e irritazione. Ma ora siamo più preparati e consapevoli dei danni e delle conseguenze causate dal Covid.
Secondo me è giusto che gli studenti, per esempio, studino a distanza e non si spostino, in modo da permettere invece ai lavoratori di raggiungere la propria sede di lavoro.
Questa pandemia ci ha insegnato ancora una volta che la salute, la socialità e gli affetti vengono prima di tutto e che anche l’economia è influenzata da tutto questo.

Reyna Vanina (3A, indirizzo Architettura e ambiente)

Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha