Di tutti gli stemmi comunali della città di Milano, quello del Municipio 3 è l’unico che presenta non una ma tre immagini identificative, il Leone di Porta Venezia, le acque del fiume Lambro e l’Abbazia di Casoretto, a simboleggiare una varietà e una diversità che sono congenite del suo tessuto. Il Municipio 3 non ha una, ma tantissime anime, fatte di luoghi, volti e storie profondamente differenti tra loro. Per cercare di coglierle e raccontarle ZETA3 ha voluto ripensare un suo spazio storico, quello della rubrica “I luoghi e le storie”, per ospitare di volta in volta la narrazione di una delle tante identità racchiuse dentro i confini del nostro Municipio.

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Fausto e Iaio

"Il 17 febbraio, la Giunta comunale ha approvato nuove intitolazioni di luoghi della città alla memoria di persone che Milano vuole ricordare per sempre". I giardinetti di piazza Durante saranno intitolati a Fausto Tinelli e Lorenzo ‘Iaio’ Iannucci, diciottenni, vittime del terrorismo, uccisi nel '78 in via Mancinelli, a poca distanza dai giardini stessi.
Questa la loro storia.


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L'Acquabella


Sono una maestra in pensione e, mettendo a posto il materiale scolastico, ho ritrovato una scheda ciclostilata ereditata, probabilmente, da qualche collega quando sono arrivata nella scuola di  Viale Romagna, circa trent'anni fa.
Ho lasciato il lessico un po' datato, ho solo riorganizzato la descrizione ed ho controllato alcune cose, le cascine e l'incidente risultano. Le foto ritraggono piazzale Susa e la chiesa di S.Croce in via Sidoli.


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Giornata della memoria: i 15 operai della Innocenti deportati a Mauthausen

La giornata della memoria per l'Italia non è solo la Shoah. In Italia la maggior parte dei deportati sono stati operai, antifascisti, rom, sinti, omosessuali, portatori di handicap e, dopo l'8 settembre, i soldati che non passarono nell'esercito repubblichino. Dopo gli scioperi del marzo '44 presso la Innocenti, i nazisti rastrellarono gli operai attivi e deportarono 15 di loro a Mauthausen: 12 di loro non tornarono. Questa è la testimonianza di uno dei 3 sopravvissuti.


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Dove abitava Scerbanenco?


Ma Scerbanenco abitava in piazza Piola? Le tracce che portano a convalidare questa ipotesi sono numerose, nei racconti descrive minutamente le panchine di pietra di viale Romagna, la via Lulli e i suoi alberghi a una stella e i personaggi, dolenti e solitari, così disperati e così umani - un poco "Simenon-commissario Maigret" - sono quelli che solo due decenni fa frequentavano ancora piazza Aspromonte.


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Miracolo a Lambrate


Il cinema a Milano si è fatto molto meno che a Roma. A Milano la televisione, a Roma il cinema. In verità la storia della nostra città è piena di film, sia come “sfondo”, sia come patria di autori, sia come luogo dominante. Nella zona est dove vivo si collocano due capolavori assoluti del cinema non solo italiano.


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Largo Rio de Janeiro: mi ritorna in mente Lucio Battisti


Quarant’anni fa, quando largo Rio de Janeiro non era scempiata da un cantiere abbandonato (che da anni violenta il paesaggio urbano e la vita dei residenti) ma una tranquilla area periferica ancora poco affetta dai rumori del traffico, era facile vedervi transitare numerosi personaggi che hanno segnato la vita musicale della Milano degli anni settanta: Mario Lavezzi, Maurizio Vandelli, Alberto Radius, Ricky Maiocchi. Andavano a trovare un loro amico, allora residente nella villetta al numero sei.


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