L'Abbazia di Casoretto e case popolari dell'Umanitaria
È così che si apprendono inaspettati collegamenti con il passato di grandi famiglie che hanno portato alla edificazione della Abbazia Santa Maria Bianca della Misericordia, in piazza San Materno, della seconda metà del quattrocento e del convento successivo, del chiostro incompleto, dello sprofondamento minacciato dalla presenza di falde acquifere superficiali e dei tesori d'arte che racchiude. Lo stile gotico lombardo e i materiali refrattari usati la identificano all'istante e la assimilano ad altre chiese delle periferie milanesi.
Poco distante, in viale Lombardia, si trova il secondo quartiere operaio edificato dalla Società Umanitaria – il primo è quello di via Solari – all'inizio del XX secolo. Questo progetto, ancora più avanzato, dell'architetto Giovanni Broglio, con decorazioni in stile Liberty, è costituito da 12 fabbricati con 214 appartamenti di diversa metratura in parte dotati di gabinetto interno e balcone, ospitava 1200 inquilini.
Costruito nel 1908/09 rispettando le più moderne misure igieniche, pensato come laboratorio sociale, con servizi comuni nell'ampio cortile interno quali: un asilo, una sala riunioni, lavatoi, locale docce, uno spaccio alimentare, contribuiva a scemare le tensioni sociali e offriva abitazioni decenti, in affitto calmierato, all'ampio proletariato che convergeva nella città, che si industrializzava rapidamente.
La legge Luzzatti del 1904 aveva provveduto ad agevolare la costruzione di case popolari d'iniziativa di istituti privati e cooperative sociali, che provvedessero alla costruzione di abitazioni salubri, il cui livello è superiore alle case di ringhiera.
Oggi sono gestite dall'ALER.
A cura di Amici Dai Nostri Quartieri
www.dainostriquartieri.it
Nell'immagine l'affresco della “Madonna Bianca”.