La distanza ci mette alla prova

"Il lockdown ha avuto anche effetti positivi, come per esempio poter conoscere bene e fino a fondo la mia famiglia e creare quel legame che in questi anni normali non si è creato a causa delle mille cose da fare". ()
Brera 2 Elvis
All’inizio, quando hanno annunciato che ci sarebbe stato un lockdown, ero anche felice per ovvi motivi (non andare a scuola, restare a casa a guardare Netflix tutto il giorno e altro). Col passare del tempo mi sono accorta che sì, stare a casa non è così poi tanto male, ma che avevo bisogno di avere contatto con le persone. Penso che questa sia la cosa che mi pesa di più. Durante il primo lockdown ero anche confusa perché non riuscivo a capire più niente, cosa stesse succedendo, invece durante quest’ultimo sono più tranquilla, ed è forse questa la causa per cui sono svogliata nel fare qualsiasi cosa. Sono sempre stata una persona energica: atletica mi occupa metà della settimana, scout mi occupa il weekend e volontariato gli altri giorni. Non sono mai stata abituata a stare ferma in casa, questa condizione mi sta distruggendo non solo fisicamente. Certo, all’inizio riuscivo a correre e allenarmi per non stare in casa, ma pian piano ho smesso, sarà questo l’effetto che mi fa il lockdown?

Non lo so, fatto sta che ci sto anche male. Essendo obbligata a rimanere in casa, dopo un po’ di giorni le cose da fare finiscono e vado incontro, anche involontariamente, a momenti di dura riflessione sulla vita, la morte, l’amicizia, ecc. Io sinceramente odio riflettere perché mi fa paura cosa potrebbe uscire dai miei pensieri, sono dell’idea che se non ci fai caso non accade nulla, invece non è così. Per esempio se non penso o non rifletto sulla morte non vuol dire che non accadrà. Essendo obbligata a stare a casa si sta avverando anche uno dei miei incubi: rimanere da sola. Ok, si possono fare le videochiamate, chiamate e altro, ma sono dell'idea che non è come avere di fianco una persona e ridere, anche solo per un piccolo momento. Ecco, penso che la cosa che mi manca di più sia il contatto con le persone.

Il lockdown ha avuto anche effetti positivi, come per esempio poter conoscere bene e fino a fondo la mia famiglia e creare quel legame che in questi anni normali non si è creato a causa delle mille cose da fare. Lo so, sembra stupido, ma in famiglia siamo in sette, tutti e cinque i figli facciamo diverse attività extra-scolastiche ed è davvero difficile trovarci seduti a cena tutti insieme, tranne la domenica. Ho avuto la possibilità di conoscere a fondo tutti e creare un bellissimo legame, che già c’era, ma a rafforzarlo. Grazie alla chiusura ho anche scoperto e sperimentato nuovi hobby, come fare yoga, la maglia e cucinare, anche se non sempre sono andati a buon fine.

Ora non mi resta che aspettare che tutto finisca e sperare che non ci siano altri lockdown, imparare a godermi la vita, perché nonostante prevalgano gli aspetti negativi dello stare a casa, è bello prendersi una pausa dalla vita frenetica che facevamo tutti prima e magari fermarsi a pensare.

Martina Radaelli, 3A (indirizzo Architettura e Ambiente)


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Il primo lockdown ha colpito molto la mia famiglia, mio padre è stato male per altri motivi ed è andato in ospedale, non potevamo andare a trovarlo a causa delle regole anti-covid, eravamo solo io, mia madre e mia sorella chiuse in casa a pensare solo a mio padre, non c’era il modo di distrarsi. Ad aprile ho compiuto sedici anni, a casa ovviamente. Fin da piccola sognavo di avere un sedicesimo compleanno enorme, ma i piani non vanno sempre per il verso giusto, d’altra parte però io e mia madre abbiamo preparato insieme la torta, ci abbiamo messo due giorni tra canzoni e balli. Questo lockdown mi ha fatto riscoprire quanto io voglia bene alla mia famiglia, ho capito che solo loro ci saranno sempre quando ne avrò bisogno.

Nika Kristin, 3A (indirizzo Architettura e Ambiente)


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Il lockdown è una misura restrittiva necessaria in determinati momenti, che gli inglesi definiscono "necessary evil", il male necessario. Secondo me il lockdown ha due facce differenti, una positiva e l’altra negativa. Sicuramente l’aspetto positivo è legato al fatto che, obbligandoci a stare in casa, la pandemia rallenta e tutto il sistema ospedaliero può così respirare. La parte negativa invece si riflette direttamente sull'economia del nostro paese, facendo perdere sia tanti posti di lavoro che tanti soldi in generale, facendo crollare la borsa italiana e mondiale, aumentando la crisi.

Riccardo Testa, 3E (indirizzo Multimediale)


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Vorrei dire di stare bene in questa situazione, svegliarmi con il pigiama, non dover uscire, insomma, queste cose qui… Ma per me tutto questo è come avere uno zaino pesantissimo sulle spalle, dove dentro ho un peso enorme, che per me è stress, ansia e frustrazione.
Vorrei fare una pausa e appoggiare quel benedetto zaino e godermi per qualche minuto una camminata, ma non si può. Vorrei che la scuola venisse più incontro a tutti i ragazzi, compresa me, ma evidentemente siamo troppi per accontentarci tutti. La scuola è la frustrazione principale che ho in questo periodo, sono sicura che se in questo momento non frequentassi la scuola sarei più tranquilla. L’unica cosa che vorrei è poter uscire da questa situazione.

Sofia Alice Russo, 3E (indirizzo Multimediale)


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RESILIENZA

Una mia rappresentazione della leggerezza.
Uno stato che attualmente è assente a causa della pandemia che ci mette in crisi, ci ha portato via parenti, amici e conoscenti.
Una leggerezza che arriverà, ma dobbiamo essere pazienti e resilienti, essere in grado affrontare e superare questo evento traumatico senza essere impazienti, perché la soluzione e la fine non sono vicine, ma al contrario, lontane come la distanza da dove siamo noi alle nuvole. Quanto tempo ci ha messo l’uomo a raggiungerle?
Una volta arrivati è perché ci saremo tolti un peso e riusciremo a guardare avanti, oltre le nuvole.

Francesca Ricciardi, 3A
(indirizzo Architettura e Ambiente)


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La didattica a distanza è iniziata di nuovo da due mesi e in tutto questo lasso di tempo ne sono cambiati di fattori, dalla scuola, alla vita normale, alle lezioni. Il nuovo inizio della didattica a distanza mi ha insegnato tanto, facendomi capire che la puntualità, l’ordine e la precisione non sono fondamentali solo all’interno dell’ambiente scolastico ma anche nella nostra vita quotidiana per avere una visione migliore del tutto; ho capito che nella musica, a scuola e nello sport e in generale in tutte le attività da noi svolte è fondamentale avere costanza per conseguire degli ottimi risultati. Dopo aver provato già in seconda e adesso in terza la didattica a distanza, penso di poter esprimere una mia opinione su questa esperienza che ci ha permesso di essere una spanna avanti rispetto alle persone che non l’hanno mai svolta, anche se questa modalità ha anche delle pecche, come una maggiore difficoltà nel seguire le lezioni a causa della connessione o del dispositivo e la mancanza fisica dei compagni e degli insegnanti.

Non avendo apprezzato del tutto la didattica a distanza, spero di non ripetere una esperienza del genere per la terza volta perché vorrebbe dire che si ripeterebbe una situazione esterna identica o simile a quella attuale, e dopo aver sopportato e subìto in maniera pacata questa pandemia, non vorrei mai più riviverla perché per la prima volta in tutta la mia vita ho visto una Milano e soprattutto un’Italia buie, spente, deboli e vuote.

Tommaso Porri, (indirizzo Architettura e Ambiente)


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Il corona virus ci ha messi di fronte a una routine completamente diversa che siamo costretti a seguire. Le mie giornate sono monotone e noiose: videolezioni, compiti, ogni tanto passeggiata con gli amici con la solita mascherina fastidiosa davanti alla bocca. Non si possono organizzare attività alternative come una partita a calcio o a ping-pong, andare al cinema, un pranzo o una cena tra amici.

Questo virus ha messo alla prova tutti, me compreso, ma sono riuscito a trarne alcuni vantaggi, fare diverse riflessioni sulle scelte prese e su quelle da prendere in futuro, sono riuscito ad ascoltare i miei pensieri, avendo molto tempo a disposizione.

Sono tornato a fare attività fisica in casa.
Una cosa che mi ha creato tristezza e dispiacere è stato non poter andare all’estero e trovare i miei parenti, soprattutto i miei nonni.

Aleandro Nikolli 3A (indirizzo Architettura e Ambiente)


Le immagini di apertura sono di Elvis Milo Federico (indirizzo Multimediale)

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