Casa Museo Boschi Di Stefano: Il museo che sale

Una gran bella notizia! Sembra finalmente risolta la vertenza che destinava il terzo piano della Casa Museo Boschi Di Stefano alla vendita. Lo apprendiamo dalle parole dell'assessore Luca Costamagna del Municipio 3. ()
il museo che sale
Due anni fa in questo articolo avevamo parlato del rischio di vendita del terzo piano della Casa Boschi Di Stefano e della mobilitazione del mondo della cultura per difendere questo importante luogo del nostro Municipio. Ora sulla bacheca dell'assessore del Municipio 3 Luca Costamagna leggiamo:

Casa Museo Boschi Di Stefano può ufficialmente percorrere la strada per la realizzazione del progetto "Il museo che sale".
In questi quattro anni di mandato 'valorizzare il territorio' per noi è stata una mission importantissima, in modo prioritario proprio sulla casa che l'architetto Portaluppi ha progettato in via Jan 15.
Il lavoro portato avanti giorno per giorno in collaborazione costante con la Direzione Casa Museo Boschi Di Stefano del Comune di Milano ci ha visti impegnati, come Municipio in particolare con le consigliere Federica Merlo e Francesca Zanasi, ad aprire la casa, fisicamente, virtualmente e soprattutto con interazioni di ogni tipo, al territorio, alla cittadinanza, a quanti ancora non conoscevano questo autentico gioiello del '900.
Il lavoro portato avanti in collaborazione con la competenza e cura della dottoressa Maria Fratelli e di tutta la sua unità speciale, potrà così meglio proseguire, a servizio della città, dei cittadini.
Ringrazio il Consiglio comunale che ha votato all'unanimità la decisione di togliere dal piano delle valorizzazioni degli immobili dell'amministrazione il terzo piano della Casa e in particolare i consiglieri Angelo Turco, Filippo Barberis, Roberta Osculati, Marzia Pontone.
Ringrazio moltissimo per il lavoro e ascolto, la vicesindaco Anna Scavuzzo, l'assessore al Demanio Roberto Tasca per il lavoro svolto per questo 'primo risultato': lo stralcio dal piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliare del terzo piano dell'edificio.
Ora un piano strategico per la valorizzazione culturale della Casa Museo!
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La Casa Museo Boschi Di Stefano riprende il suo spazio e sale di un piano. Dal secondo, dove è ospitata la collezione, fino al terzo. Distribuita su tre piani troverà modo di affiancare alla
presentazione della sua collezione internazionalmente nota, i servizi e le attività proprie di un museo: incontri, concerti, conferenze, presentazioni. Al di là della citazione boccioniana, questa ascesa non è solo una rampa di scale - la magnifica scala di via Jan - ma è un salire nelle intenzioni e nelle ambizioni della Casa, che si fa Museo nella completezza delle sue funzioni. Per andare oltre la semplice esposizione di una splendida collezione d’arte, nei luoghi dove è stata creata, e diventare un punto di riferimento permanente per l’arte e per la cultura, per la scoperta e per la bellezza. Il terzo piano è un piano ambizioso.

Ispirato al dipinto di Boccioni “La città che sale” (1910-1911), il progetto “Il museo che sale” ha due obiettivi: il primo è l’ampliamento degli spazi a disposizione della Casa Museo Boschi di Stefano, a cui si vorrebbe fosse annesso il terzo piano del palazzo, il secondo è l’ampliamento dell'attività e dei servizi del museo. Così come la grande tela di Boccioni rappresentava la crescita urbana della città, quale espressione dell’energia e delle possibilità del progresso, così “Il museo che sale”, nel ricordare la genesi della Casa, a ridosso di quella stessa periferia che Boccioni aveva visto allargarsi e trasformare la campagna in una città moderna, rappresenta un'idea progettuale che porti alla trasformazione della collezione di via Jan in un museo capace di essere tempio della bellezza e forum di idee.

La grande scala della casa rappresenta l’asse di trasmissione di un rinnovato sistema di relazioni che, a partire dalla memoria dalla scuola di ceramica di Marieda, possa salire fino al terzo piano, traducendo il potenziale della collezione in nuove parole, musiche e colori, capaci di esprimere il presente e di progettare il futuro.
Come nel dipinto di Boccioni, l’anima del museo - la sua straordinaria collezione di dipinti del XX secolo - diventa così una forza vitale, trainante e vitale, capace di generare sentimenti di cittadinanza e di far crescere la città.
Progettare un nuovo museo o ampliarne uno esistente significa credere nel futuro, e dotarsi quindi degli spazi e degli strumenti che consentano a questo futuro di essere immaginato nel modo migliore possibile, ideato in modo partecipato, programmato con consapevolezza, sperimentato in ogni visita, attuato in ogni incontro. Il museo è un luogo di incontro dove godere della bellezza e condividerla, un sistema di sentimenti e relazioni diacroniche: è una casa condivisa, ricca di opere d’arte e oggetti che raccontano il passato e suggeriscono con il loro sapere nuovi orizzonti di senso. Il museo che sale è un progetto in divenire: il desiderio di salvaguardare un’altra pagina di una bella storia, declinandola al futuro.

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