Lo schizofrenico cortocircuito dell’Unione Europea sulla Politica agricola comune

La Commissione Europea lancia l’ambizioso progetto del Green New Deal, per poi affossarlo subito dopo con l’approvazione della riforma della PAC. Quali i suoi reali obiettivi? ()
20201117 PAC
È veramente frustrante vedere come, quando dalle parole si deve passare ai fatti, le decisioni siano sempre in direzione favorevole dell'agroindustria e degli interessi delle grandi multinazionali (Fridays for Future, La Commissione Europea ritiri la proposta di PAC).

Ulteriore conferma arriva dall'approvazione della riforma della Politica agricola comune europea. (Francesca Dalrì, Addio Green deal: sulla riforma della PAC vince la lobby agricola, lavialibera).
Con 370 miliardi di euro in sette anni, la PAC costituisce il più grande piano di sussidi al mondo. Copre un terzo del bilancio dell’Unione Europea e costa a ciascuno di noi 135 euro l'anno. Come molte analisi hanno dimostrato, va a finanziare quasi esclusivamente le grandi multinazionali dell'agrobusiness e gli interessi clientelari nell'Est Europa, nonché finire in misura importante nelle mani delle cosche mafiose in Italia (Emanuele Frejio, Il processo Grimilde rivela come le mafie sfruttino i fondi EU).

Eppure basterebbe leggere il documento della stessa Commissione Europea, Farm to Fork Strategy, cuore del Green New Deal, per accorgersi dell’assurda mancanza di coerenza con quanto deciso con la riforma della PAC.

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